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San Severo: l’Istituto “Petrarca-Padre Pio” di San Severo in Polonia

La mobilità + dell’Istituto Secondario di 1 “ Petrarca-Padre Pio” di San Severo, nell’ambito del Progetto Erasmus “Lights! Camera! Action!”, sta purtroppo volgendo al termine; siamo partiti l’11 settembre alla volta di Zamosc, una cittadina Polacca dove abbiamo incontrato i nostri partner europei provenienti dalla Serbia, dalla Spagna, dalla Polonia, dal Portogallo e dalla Turchia.
Quattro tra le nostre alunne, selezionate per merito, hanno preso parte al viaggio: Giulia Pia D’Aloia, Rossella D’Alessio, Silvia Lasorella ed Elisabetta Ruino, accompagnate dalla prof.ssa Annalisa Curatolo e dalla prof.ssa Antonella Del Franco.
Abbiamo lasciato il sole della nostra terra per un cielo plumbeo e piovoso, ma siamo state scaldate dall’accoglienza della scuola partner polacca e dalle altre delegazioni.
Il primo giorno abbiamo visitato la scuola partner e la città di Zamosc, abbiamo pranzato nella mensa scolastica e le alunne sono state poi ospitate a cena dalle famiglie polacche.
L’indomani ci siamo recati allo Zoom Natura Janow Lubelski per una full immersion naturalistica attraverso quattro laboratori interattivi: il Laboratorio Principale di Zoom Natury, il Laboratorio del Vello Forestale, il Laboratorio di Avifauna e Troposfera e il Laboratorio di Energia e Riciclo. Gli studenti hanno gradito molto acquisire nuove conoscenze e passeggiare in questo parco ricreativo tra fontane, passerelle e palestre all’aperto.
Abbiamo visitato la città di Lublino dove gli alunni hanno fatto una sorta di “orienteering”risolvendo gli enigmi proposti dalla guida.
Abbiamo inoltre vissuto momenti di profonda tristezza alla vista del campo di concentramento di Majdanek dove trovarono la morte più di 78000 persone. Passando dinanzi ai blocchi dei dormitori si respirava l’odore acre del legno stantio ed un sentore di morte in un silenzio agghiacciante. Nell’animo di ciascuno la vista di quel campo ha fatto scaturire una condivisa richiesta di pace e tolleranza affinché tali barbarie non abbiano più a ripetersi.
Abbiamo visitato anche lo Zoo di Zamosc tra animali conosciuti e non, immerso in ampi spazi verdi.
Vorrei ringraziare la mia compagna di viaggio, la prof.ssa Antonella Del Franco che è stata un valido supporto per me e per le alunne.
Ad ogni mobilità, guidata dalla meraviglia, mi chiedo cosa renda possibile che degli adolescenti che non si conoscono e che non parlano la stessa lingua possano entrare così velocemente in sintonia tra loro, condividere emozioni, abbracciarsi al mattino per salutarsi come amici di vecchia data e poi non voler separarsi al momento di tornare nei rispettivi paesi. Per noi docenti accompagnatori ogni volta è un’emozione indescrivibile esperire tutto ciò e contribuire a scrivere con gli studenti una pagina della loro vita che non dimenticheranno mai. Ma cosa significa per uno studente partecipare ad una mobilità all’estero?
Vivere la progettualità Erasmus attraverso la mobilità si identifica con la scelta di un percorso che necessariamente impone di abbandonare temporaneamente la “comfort zone” dell’atmosfera familiare e scolastica per imbarcarsi in una settimana in cui non ci si potrà esprimere in italiano, si dovranno variare le abitudini quotidiane, mangiare cibi diversi e si dovranno incontrare persone sconosciute, portatrici di altre culture con cui interagire per raggiungere gli obiettivi del progetto. Vista dal di fuori si configura come un’esperienza che potrebbe indurre ansia, eppure ogni volta scatta quel quid che mette in campo una magica alchimia tra gli studenti e che piacevolmente sorprende noi insegnanti. Questo perché la mobilità è un “percorso emozionale e motivazionale”che ciascuno intraprende parlando a se stesso, partendo dal proprio cuore per raggiungere sinergicamente le emozioni degli altri partecipanti e, attraverso il cui connubio, costruisce la storia condivisa di tutta la settimana insieme. È un viaggio di estrapolazione dal proprio “io” per costruire il “noi”, laddove quel noi completa, arricchisce e definisce ancor meglio il proprio “io”.
Oltre ad un’ introspezione psicologica si acquisiscono nuove abilità pratiche: si impara a fare il check in in aeroporto, la maniera giusta per posizionare la valigia sul nastro dei bagagli, ad utilizzare i tornelli, a rispettare la fila che per noi italiani a volte è un concetto alquanto arbitrario, si testa il proprio livello di comunicazione in inglese, si condividono i tempi e gli spazi aeroportuali con persone che provengono da ogni parte del mondo e questa, a mio parere, è un’ esperienza affascinante perché consacra in ciascuno la certezza di non essere il centro del mondo, ma parte integrante di un mondo allargato che potenzia le proprie possibilità e verso il quale nutrire il massimo rispetto.
Vivere valori, esperienze ed emozioni come questi all’età dei nostri studenti, è altamente performante e le famiglie dei nostri alunni sono entusiaste delle opportunità che l’Istituto Secondario di 1 “Petrarca-Padre Pio” offre attraverso la progettualità Erasmus.
Naturalmente a rendere realizzabile la progettualità Erasmus c’è l’impegno della scuola nella sua interezza, sapientemente diretta dalla Dirigente, prof.ssa Carmen dell’Oglio che è orgogliosa ed entusiasta di promuovere la partecipazione al Programma Erasmus, c’è la partecipazione assidua della DSGA, dott.ssa Eliana Mundi che guida tutto il personale ATA e, nel caso specifico, il collaboratore amministrativo, Dott. Raffaele Prattichizzo che cura l’iter amministrativo, ci sono i docenti della Commissione Erasmus che con gli alunni preparano il materiale da condividere, le referenti Erasmus che comunicano assiduamente con i partner e preparano la rendicontazione progettuale, ci sono le famiglie che, consapevoli del valore formativo di tale opportunità affidano i loro figli ai docenti accompagnatori e, non da ultimi ci sono i nostri alunni che rendono queste esperienze dinamiche ed emozionanti: che fantastico mondo è l’Erasmus!
Annalisa Curatolo

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