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Dino Marino: “l’Assessore all’Ambiente vuole candidare la città al premio green?”

“Non vorrei che l’assessore all’ambiente e al decoro urbano pensasse che la nostra città potesse candidarsi al premio “green” come città europea, non perché si attuassero già da tempo piani per il clima:
quello sulle emissioni; sulle energie rinnovabili; sul rumore; sui trasporti senza combustibili fossili, infine, incentivando il biologico e le filiere corte per l’utilizzo dei prodotti agricoli nelle mense scolastiche, e in tutte le aziende, anche, quelle sanitarie e sociali.
Ma che tutto ciò potesse essere superabile da tutto il verde che si crea lasciando crescere l’erba in tutta la città in modo indecoroso.

Ribadisco questo concetto, perché bisogna avvisarla: ha preso un abbaglio, così al massimo ci daranno il premio per

Dino Marino

la città più sciatta d’Europa!

Intanto, però, mi permetto di riportare il fatto che Grenoble cittadina della Francia meridionale è diventata Capitale verde d’Europa per le ragioni che riporto su questo link che pubblico assieme a questa riflessione.
Non credo che San Severo possa da un giorno all’altro diventare Grenoble, ma chiedo agli amici che governano la nostra città, a cui ho riposto la mia fiducia, che mi sarei aspettato una visione europea. Del resto la coalizione è nata con questa denominazione: “SAN SEVERO CITTÀ D’EUROPA”.
Quindi la mia aspettativa era ed è che in primis sposassero gli stessi obiettivi posti proprio dall’Europa a cominciare da quelli per la transizione ecologica.
È vero i nostri tratturi fanno parte di quel patrimonio culturale della “transumanza”, ma mai la nostra città, è diventata un pascolo incolto in cui portare a brucare miglia di pecore, come è attualmente!
Voglio, però , dire che questa mia riflessione non ha alcuna veste polemica, vuole semplicemente mettere in risalto la mancanza di una politica ambientale in sintonia con una visione e con gli obiettivi europei che ci eravamo posti.
Lo spirito del mio dire sta nell’esortare, i tanti amici presenti nella gestione del comune, a cambiare passo, a costruire buone pratiche amministrative in questo settore.
La città ha bisogno di pensieri lunghi, capaci, meritevoli di andare avanti e divenire così programma, sostanza, atti amministrativi: leva per lo sviluppo di una città attrattiva, dentro una visione europea.
Occorre coraggio, tornare ad una programmazione condivisa in grado di mettere ai margini, qualche residuo bellico della prima repubblica che si aggira in consiglio comunale, capace di impastare qualche giochetto sottobanco, utile al galleggiamento e agli interessi dei soliti noti e non della città e della stessa coalizione che governa!”

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