Cultura

IL FANTASMA DI SUOR FILOMENA

di MICHELE MONACO

Nelle notti dell’inverno sanseverese, allo scoccare della mezzanotte scandita dai rintocchi dell’orologio-torretta di Palazzo Celestini, è possibile che, nei meandri di Borgo Casale, si possa intravedere l’ectoplasma di donna FILOMENA de AMBROSIO, suora di clausura dell’ex-convento delle Benedettine o Monastero di San Lorenzo. Si aggira con discrezione tra vico Corvo e corso Garibaldi.Suor

 

FILOMENA (1809-1885) pur essendo inavvicinabile- anche per il più ostinato cacciatore di fantasmi-non ha mai eluso la curiosità dei suoi concittadini. Infatti ha lasciato un manoscritto nel quale ha ricostruito interessanti vicende storiche del suo Monastero. Il testo integrale del suo manoscritto lo si può trovare presso la Biblioteca Comunale oppure sul libro “Il Monastero delle Benedettine”, autore GIOVANNI CHECCHIA de AMBROSIO.Ma questa suora-fantasma ci offre lo spunto per ricostruire – schematicamente- la cronologia degli insediamenti dei vari conventi e monasteri sanseveresi. Nel corso del XIII secolo si insediarono i Conventuali di San Francesco, poi giunsero gli Agostiniani nel 1319, mentre nel 1375 giunsero i Celestini dal vicino insediamento di San Giovanni in Piano e si trasferirono nella SS. Trinità. Nel 1583 fu eretto il Monasterodelle Benedettinedi San Lorenzo, i Cappuccinigiunsero a San Severo piuttosto tardi, solo nel 1606. Dunque un diversificato mondo claustrale caratterizzava San Severo a cavallo tra il XIII e il XVII secolo. Vi fu una intensa concentrazione di insediamenti monastici, sia al centro che in periferia, su una popolazione che allora contava solo 5.000 anime. Ma alla distanza si consolidarono le maggiori case religiose concentrate a pochi metri di distanza ederano le Benedettine, i Celestini e i Francescani Conventuali: un tridente di lusso. Un attacco a tre punte. Queste erano le tre istituzioni monastiche più ricche e potenti della Citta ed esercitarono una profonda influenza sul tessuto urbano e sociale. La loro logistica segnava plasticamente come in quel triangolo si condensasse l’anima di una comunità. Penso che il mondo della scuola e le Istituzioni cittadine debbano adoperarsi per una conoscenza approfondita di questi tre ex-monasteri che ancora oggi- a secoli di distanza- costituiscono un nucleo strategico per la storia e lo sviluppo urbanistico del nostro centro storico. Quanti ne conoscono la storia e la funzione nel corso dei secoli? Deve tornare ad avere significato la relazione tra gli ambienti urbani e la possibilità per gli abitanti di riconoscersi nel posto dove vivono. Solo così si avrà CURA, RISPETTOe DECORO per la propria Città.

 

 

 

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