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IL VIDEO-NARCISISMO

La ricerca di apprezzamento con i like e il presenzialismo ossessivo dei selfie, porta diritto al mito di NARCISO. Che cosa ci porta a rivolgere lo sguardo e l’obiettivo verso noi stessi? A questa domanda risponde lo psichiatra VITTORIO LINGIARDI: «Alla fine degli anni Settanta andava di moda il concetto di “cultura del narcisismo”, oggi potremmo parlare di “cultura del video-narcisismo”, che peraltro evoca l’immagine dell’autorispecchiamento. NARCISO si specchiava in una sorgente d’acqua, oggi la sorgente è lo schermo di uno smartphone. Viviamo in un’epoca che facilita lo sviluppo di immagini di sé fragili che si traducono in paura dei rapporti duraturi, superficializzazione/virtualizzazione delle relazioni, condanna per ciò che è considerato brutto, orrore dell’invecchiamento, rimozione della vulnerabilità, ricerca di apprezzamento a buon mercato (i like) e presenzialismo iterativo (i selfie). Non che sia un male coltivare sé stessi. Il vero problema, e qui è lo spartiacque tra narcisismo temperato dell’ambizione e dell’assertività e quello patologico della grandiosità e dell’insensibilità. Si verifica un indebolirsi dei legami di solidarietà e un irrobustirsi di egolatrie fatte di ossessioni identitarie, economiche, estetico-chirurgiche. Spesso si ricorre a dei selfie falsificati con i quali si giunge alla “mistificazione” del corpo per negarne i difetti o la vera età. Vi è un esponenziale ricorso alla chirurgia estetica, all’ossessione per la forma fisica, all’inseguimento della magrezza o della muscolatura (tatuata). La lista degli interventi cosmetici è infinita: con una serie di ritocchi si cerca di nascondere l’aspetto che si ritiene impresentabile». Ho chiesto ad alcune persone dedite al video-narcisismo che cosa li spinge a ricercare e ricevere un “like” in modo ossessivo e compulsivo e la risposta è stata la seguente: <ll nostro orgoglio viene aumentato dall’approvazione e ferito dalla disapprovazione. In alcuni di noi la continua ricerca di “like” serve a rafforzare l’autostima>. La psicologa ANNAMARIA SEPE sostiene che se vuoi sconfiggere la dipendenza dai like e dai social network in generale, devi riprendere in mano la tua vita senza lasciarti influenzare dai tuoi dispositivi. Non lasciare che un display sia padrone del tuo tempo e che ti lasci incollato alla sedia più del tempo necessario. Inizia a immaginare la tua esistenza senza social e prova ad assaporare sensazioni nuove, che solo la vita reale può darti. Ricorda anche che non si può piacere a tutti e che, in molti, utilizzano i canali social in maniera distratta e nei momenti di pausa. Un like – o tanti in meno – non deve quindi rappresentare un dramma o rovinarti la giornata. Prova a posare lo smartphone e a pensare a una nuova attività nella quale puoi essere capace di dare il meglio di te.

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