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NO ALLA SCUOLA DIFFERENZIATA

L’autonomia differenziata tra le regioni italiane, se applicata anche nella scuola, rischierebbe di accentuare ulteriormente le disuguaglianze tra gli studenti del Nord e del Sud, con ricadute negative anche sul sistema scolastico pugliese. L’allarme è stato lanciato da una buona parte dei Sindacati della Scuola che non vedono di buon occhio l’ipotesi del Governo di modificare le competenze dello Stato. LA SCUOLA DEVE RESTARE FUORI DA OGNI PROGETTO DI REGIONALIZZAZIONE. LO STATO DEVE MANTENERE UN RUOLO CENTRALE PER L’ISTRUZIONE attraverso un modello che garantisca laicità, gratuità e pluralismo. Il ministro Valditara ha anche annunciato che occorreranno  stipendi diversi per gli insegnanti a seconda della regione di residenza, ma è stato sommerso da un’ondata di critiche. La scuola rappresenta il luogo principale per la costituzione dell’uguaglianza sociale. IL SISTEMA DI ISTRUZIONE DEVE ESSERE NAZIONALE E PUBBLICO. La regia deve restare in capo allo Stato. La riduzione dei divari territoriali, il superamento della dispersione scolastica sono gli obiettivi da raggiungere assolutamente. Nei prossimi anni tra le sfide fondamentali ci sarà la gestione dei fondi del Pnrr, un banco di prova per evitare i rischi connessi alla povertà educativa. La Conferenza Stato-Regioni dovrebbe intervenire affinché le Regioni destinino alla scuola una quota parte del proprio bilancio, con l’obiettivo, per esempio, di contrastare LA DISPERSIONE SCOLASTICA.  Secondo l’ultimo rapporto di SAVE THE CHILDREN, a fronte di una dispersione scolastica nazionale media del 12,7%, la Sicilia raggiunge il 21,1% e la Puglia il 17,6%, mentre in Lombardia è all’11,3%, vicino all’obiettivo europeo del 9% entro il 2030. Il progetto di autonomia differenziata non segue la logica perequativa indicata dall’articolo 3 comma 2 della Costituzione. Cioè dare di più a chi parte con meno. L’Italia ­– sostiene MARCO ROSSI DORIA (PRESIDENTE DEI MAESTRI DI STRADA) – è lunga e complessa: bisogna fare prima la mappa delle perequazioni e poi ragionare sugli assetti. Se, invece, si fa il contrario si rischia di aumentare i divari e proteggere sempre gli stessi. Noi riteniamo che, prima dell’avvio di qualsivoglia percorso di autonomia differenziata, nella scuola si possa e si debba procedere all’individuazione e al consolidamento del diritto AD UN TEMPO SCUOLA adeguato e garantito dallo Stato IN MANIERA OMOGENEA su tutto il territorio nazionale. Invece al Sud abbiamo una percentuale altissima di dispersione scolastica e un tempo scuola complessivo molto più basso che nel resto del paese. Si calcola che un ragazzo del Sud a CAUSA DELLA QUASI INESISTENZA DEL TEMPO PIENO alla fine del ciclo scolastico sia stato in classe oltre un anno in meno dei suoi coetanei nel resto del Paese.

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