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San Severo e la “fogna bianca” che manca. Il cantiere partirà a breve e i lavori dureranno meno di due anni.

La perturbazione atmosferica dei giorni scorsi, ha riportato alla ribalta l’atavico problema della raccolta delle acque piovane e quindi della “fogna bianca”. San Severo e Venezia sono “gemellate”: la Serenissima, con l’acqua alta in piazza San Marco; la Città dei campanili, con l’acqua alta a Porta San Marco. Ma la pioggia ha fatto aprire anche dei crateri in tante strade della città, cominciando su da corso Giustino Fortunato, fino a viale Due Giugno. L’allagamento delle strade, con tutto ciò che ne deriva, accade anche con scarse precipitazioni. E qui, magari, entra in gioco la manutenzione ordinaria di pozzetti, tombini e condotte. Per alcuni, la percezione dell’evento aumenta con i danni che subisce. Anche sui social, s’era espresso Gianluca Orlando, segretario cittadino della Lega e la capogruppo di Forza Italia, Rosa Caposiena, aveva detto la sua, motivandola e dettagliandola. Tutta l’acqua meteorica che cade sul bacino della città di San Severo, viene raccolta da una rete fognaria, poco ramificata e sottodimensionata. L’acqua piovana scorre a “cielo aperto” avendo co

Luigi Montorio Assessore alle Opere pubbliche

me letto le strade, i marciapiedi, le mura e i pavimenti delle abitazioni. Un collettore di fogna bianca è stato fatto più o meno nel 1953 ed è il tratto che collega via Soccorso all’ex macello. Un altro breve tratto, sempre in quella zona, è stato realizzato con opere della Rigenerazione urbana, con la giunta Savino. Oggi, però, come detto dal Sindaco, Francesco Miglio, ci sono 7 milioni di euro che porterebbero alla realizzazione di un primo lotto. Per completare tutta la rete si dovrebbe non solo sventrare la città ma i costi sarebbero stratosferici: si parla di oltre 60 milioni di Euro. I punti critici, da “alleggerire”, sono Città Giardino, Porta San Marco, l’incrocio con il Carcere, fino a via Foggia, facendo confluire il tutto verso il torrente Venolo. Ad oggi, tutte le acque, come regola vuole, non confluiscono nei canali, ma sfruttano il “letto” delle strade. Le risposte arrivano dall’ing. Luigi Montorio, assessore alle Opere pubbliche: “L’iter amministrativo è completo. I lavori sono stati aggiudicati dall’ATI (Associazione temporanea d’impresa) formato dalle aziende Repin Srl e Semplice Srl; il direttore dei lavori è l’ing. Antonio Nembrotte, il Responsabile unico del procedimento (Rup) è il dirigente comunale, ing. Benedetto di Lullo. Praticamente è terminata anche la valutazione complessiva di una variante al progetto, che andrà a migliorarlo e si è pronti”. Montorio chiarisce che: “I sette milioni di Euro e il relativo progetto, serviranno a rendere più efficiente l’attuale realtà legata al bacino idrografico di San Severo, migliorando, perciò, il deflusso delle acque piovane per quello che in gergo viene definito ‘sbocco’ verso il torrente Venolo. Per lo scopo – ha continuato l’assessore Montorio – verranno realizzate delle vasche di raccolta per recuperare e poi immettere l’acqua nel canale. Si andrà, quindi, a potenziare, regolare, e ritardare, il deflusso dell’acqua piovana immessa nel Venolo, considerando che lo stesso ha una portata limitata di ricezione e smaltimento”. Si tratta di una soluzione tecnica perché il Venolo è un corso d’acqua a carattere torrentizio ed è necessario evitare che possa tracimare lungo il suo corso. “Ci sono norme bene precise che disciplinano l’immissione delle acque piovane nei canali, in base alla relativa portata. Ecco perché verranno realizzate delle vasche di laminazione – ha sottolineato l’assessore alle Opere pubbliche -. È evidente che il progetto mira a limitare il rischio allagamenti in città. La zona interessata ai lavori è quella già recintata in zona bowling, per sistemare lo sbocco. In tratti cittadini della nuova rete, pochi in realtà, interesseranno via Marconi e via Soccorso (Porta Foggia)”. Le conclusioni di Montorio, anche sulla tempistica dei lavori: “Il concetto, in sintesi, è quello che in idraulica porta da valle per risalire a monte, per usare un’espressione comprensibile a tutti. I lavori dovrebbero concludersi in meno di due anni”.

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