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“Sarà un processo lungo e complesso”; l’avv. De Rossi sul caso di duplice omicidio a Torremaggiore

È accaduto il 7 maggio dello scorso anno, quando il 43enne Malaj TAULANT, residente a Torremaggiore, si è reso protagonista di un caso di cronaca che ha sconvolto per la sua crudeltà ed efferatezza.

Nei fatti, sotto diversi colpi di fendenti da parte della furia omicida, sarebbero finite due vittime, tra cui il 51enne Massimo DE SANTIS, un commerciante del posto incensurato e che abitava nello stesso stabile della famiglia del carnefice, colpito nell’androne del palazzo con numerose coltellate in varie parti del corpo, morto dissanguato.
Il carnefice avrebbe poi raggiunto in casa la moglie colpendola con diverse coltellate.
In difesa della donna sarebbe intervenuta la figlia della coppia, Jessica, una studentessa di 16 anni, colpita anche lei più volte dal padre con fendenti letali.
Alla scena violenta avrebbe assistito il figlio minore della coppia, di appena 5 anni, che tuttora sarebbe sotto shock.

Il processo è in corso dinanzi alla Corte d’Assise, la quale ha rigettato tutte le questioni preliminari sollevate dalla difesa dell’imputato, come la richiesta di rito abbreviato, la perizia psichiatrica, l’esclusione tra le parti civili della cooperativa ‘Il Filo di Arianna’, ammettendo invece le prove documentali e le liste dei testi presentate dalla pubblica accusa, le parti civili e la difesa.

Decine di testi a cui si accompagnano prove documentali e video per ricostruire la strage di Torremaggiore che ha visto aperto il dibattimento in Corte d’Assise, con il processo a carico del panettiere albanese Malaj TAULANT, accusato di duplice omicidio volontario e tentato omicidio pluriaggravati.

L’uomo è stato presente in aula, difeso dagli avvocati Michele MAIELLARO e Giacomo LATTANZIO, con l’accusa dunque, di aver ucciso a coltellate il 51enne Massimo DE SANTIS, ritenuto l’amante di sua moglie Tefta, e la figlia Jessica, di soli 16 anni, intervenuta in difesa della mamma, la quale, anche se gravemente ferita, è sopravvissuta alla carneficina.

“Sarà un processo lungo e certamente complesso”, ha dichiarato l’avvocato Roberto DE ROSSI che rappresenta Tefta, la moglie dell’imputato sopravvissuta, nonché madre della giovane vittima, costituitasi, a sua volta, parte civile in proprio ed in qualità di esercente la potestà genitoriale sul figlio di 5 anni che assistette alla violenza.

“Puntiamo a far emergere la condotta dell’imputato prima e dopo l’omicidio per vari aspetti legati alla dosimetria della pena.
Procederemo in maniera concreta e pragmatica avendo ben chiari i nostri obiettivi, valutando di volta in volta ciò che emergerà nel corso dell’istruttoria dibattimentale. Allo stato, non possiamo che ritenerci soddisfatti perché sono state rigettate tutte le questioni preliminari, sia dinanzi al Gip che oggi in sede dibattimentale, con la Corte che ha condiviso in toto le argomentazioni a suo tempo spese dalla dott.ssa Mannini”, ha puntualizzato l’avv. DE ROSSI.

Nel fascicolo, tra le fonti di prova, confluiranno anche alcuni video contenenti immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza presente all’interno dell’abitazione coniugale, e che avrebbe ripreso l’omicidio della figlia 16enne e il tentato omicidio di Tefta.
Confluiranno inoltre, tra le fonti di prova, i video realizzati dallo stesso imputato con il proprio telefono cellulare, con il quale documentò la strage; video che
furono immessi in rete, iniziando a diffondersi in maniera esponenziale nelle chat e su tutto il web, tanto che il sindaco di Torremaggiore ed i vertici dell’Arma chiesero di interrompere la catena della diffusione per rispettare le vittime e le indagini.
Il processo proseguirà a maggio con i primi testi della pubblica accusa ed i Carabinieri che hanno eseguito i rilievi, avviando le indagini.

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