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Strage di Torremaggiore, inammissibile la richiesta di rito abbreviato per Taulant Malaj: uccise la figlia 16enne, il vicino di casa e ferì la moglie.

Il dibattimento partirà il prossimo 22 marzo dinanzi alla Corte d’Assise di Foggia: l’uomo risponde dell’omicidio della figlia Jessica (che cercava di difendere la madre Tefta) e di quello del vicino di casa, Massimo De Santis, proprietario del noto “Bar Jolly” di Torremaggiore.

Partirà il prossimo 22 marzo in Corte d’Assise a Foggia il processo per Taulant Malaj, il panettiere albanese accusato di aver ucciso il 7 maggio dello scorso anno a Torremaggiore la figlia Jessica di 16 anni, Massimo De Santis, il vicino di casa di 51 anni e di aver cercato di uccidere la moglie Tefta Malaj, accusata dal marito di avere una relazione con il proprietario del noto bar di Torremaggiore.

Stamattina, infatti, il G.I.P. del Tribunale di Foggia, dott.ssa Mannini, ha rigettato la questione di legittimità costituzionale di alcune norme di legge e ha dichiarato inammissibile la richiesta di giudizio abbreviato avanzate dai legali di Taulant Malaj, gli avv.ti Maiellaro e Lattanzio.

In aula questa mattina, oltre al Pubblico Ministero, la dott.ssa Cicala,  c’era anche , che ha ribadito di volere soltanto giustizia. «Non sono animata da alcuna sete di vendetta – ha detto – Voglio soltanto che sia fatta giustizia, soprattutto per mia figlia Jessica».

La mattanza avvenne in una palazzina di via Togliatti a Torremaggiore. L’uomo prima uccise con numerose coltellate De Santis, colpendolo mortalmente alla gola mentre si trovava nell’androne del palazzo; poi salì a casa sua e colpì ripetutamente la moglie. La figlia Jessica, nel tentativo di difendere la madre, venne colpita e uccisa dalle numerose coltellate inferte dal padre. Nell’appartamento al momento della tragedia vi era anche l’altro figlio della coppia: un bambino di cinque anni, che ha assistito a tutta la drammatica scena.

«Sono soddisfatto dell’esito dell’udienza di oggi perché è stata superata la fase delle questioni processuali relative alla legittimità costituzionale di alcune norme e all’ ammissibilità del giudizio abbreviato, tutte rigettate», è il commento dell’avvocato Roberto De Rossi, legale di Tefta Malaj. «Ora – ha aggiunto il penalista – affronteremo con grande determinazione la fase del merito del giudizio. Non è che il primo passo di un percorso lungo e certamente complesso».

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