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TELEMACO, ULISSE E I DOCENTI

La classe docente sostiene ragionevolmente che oggi l’emergenza educativa richiede, in primo luogo, una forte responsabilità del ruolo dei genitori, della famiglia. Tanti insegnanti sono concordi nel rilevare che le nuove generazioni appaiono sperdute tanto quanto i loro genitori. Questi ultimi – sostiene lo psichiatra MASSIMO RECALCATI – hanno smesso da tempo di svolgere il loro ruolo, hanno abdicato, si sono dimessi dalla loro funzione, mentre i loro figli annaspano in un tempo senza orizzonte proprio come il giovane TELEMACO che attende il ritorno del padre ULISSE. Chi meglio di TELEMACO – costretto a restare sospeso in un limbo tra infanzia e maturità – può simboleggiare il dramma delle nuove generazioni che vivono nell’incertezza di poter costruire il proprio futuro? Naturalmente anche la scuola deve avere la consapevolezza della sua fondamentale funzione educativa. Come sostiene SANDRO SCANAVINO, consulente pedagogico della scolarizzazione…IL FENOMENO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA RIGUARDA ANCHE COLORO CHE NELLA SCUOLA RESTANO, MA SOLO FORMALMENTE, PERCHÉ SONO PASSIVI, SEGUONO IL CORSO DI STUDI SENZA TRARNE UN REALE BENEFICIO, E ALLA FINE DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO SONO IN CONDIZIONI DI SEMIANALFABETISMO. Non c’è classe, dalle elementari al biennio delle superiori, senza la presenza di ragazzi problematici nei confronti dei quali quotidianamente i docenti misurano la propria fatica, provando spesso senso di frustrazione e a volte di isolamento e di solitudine. Dice lo psichiatra RECALCATI … “un tempo la parola degli insegnanti era sostenuta dalla forza della tradizione, oggi non è più così. C’è stato un tempo in cui bastava che l’insegnante entrasse in aula perché calasse un’atmosfera di rispetto. Allora, l’insegnante era autorevole a prescindere dalla forza della sua parola e della sua azione didattica. Non siamo più in questo tempo, l’insegnante deve ricominciare dalle origini, ottenere il rispetto anche attraverso la sua parola. L’ autorevolezza deve essere riconquistata non attraverso strumenti repressivi o autoritari ma per la via della propria parola. E intanto il TELEMACO di oggi è sospeso tra l’assenza del padre e il riconoscimento della autorevolezza degli insegnanti.

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