Cultura

IL FANTASMA DI VINCENZO

di MICHELE MONACO

L’ectoplasma di VINCENZO appare in Piazza della Repubblica dopo che i rintocchi dell’orologio-torretta di Palazzo Celestini hanno scandito le due del mattino. Si fa avvicinare facilmente ed è disponibile a rispondere ad alcune legittime curiosità soprattutto per le giovani generazioni. “Chi è lei, per piacere, si presenti…”. “Mi chiamo VINCENZO FARINA

 

, mi hanno intitolato la strada proprio dirimpetto alla Chiesa dei Celestini, la strada adiacente agli ex locali dell’INPS. Immagino sia curioso di sapere perché negli anni’60 l’Amministrazione Comunale si sia ricordata di me. Ebbene le dirò che hanno scoperto (da un verbale comunale del 21 dicembre 1861) che ho fatto parte della sfortunata spedizione di CARLO PISACANE a SAPRI nel 1857.Quella eroica e sfortunata impresa di PISACANE, precursore di GARIBALDI, gettò nelle coscienze italiane il seme dell’unità nazionale.“Lei, dunque, fece parte dei Trecento patrioti che poi furono immortalati nella famosa poesia LA SPIGOLATRICE DI SAPRI di LUIGI MERCANTINI. Quella che inizia con l’indimenticato incipit: ERAN TRECENTO, ERAN GIOVANI E FORTI E SONO MORTI…”. ) adotta il punto di vista di una lavoratrice dei campi, una testimone dello sbarco dei Trecento e che finirà priva di sensi davanti al massacro dei giovani rivoltosi caduti in una imboscata mortale.Ma lasciamo parlare la Spigolatrice: …Quel giorno mi scordai di spigolare, e dietro a loro mi misi ad andare: due volte si scontrar con li gendarmi, e l’una e l’altra li spogliar dell’armi. Ma quando fûr della Certosa ai muri, s’udirono a suonar trombe e tamburi; e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille piombaron loro addosso più di mille. Eran trecento, e non voller fuggire;parean tremila e vollero morire; ma vollero morir col ferro in mano, e avanti a loro correa sangue il piano. Finché pugnar vid’io, per lor pregai; ma un tratto venni men, né più guardai:…ERAN TRECENTO, ERAN GIOVANI E FORTI E SONO MORTI…”.

 

 

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