Cultura

IL NIPOTE, IL NONNO E LA TIGRE

di MICHELE MONACO

Fresco di diploma di Scuola Media Superiore, MARCO, giovane sanseverese dal futuro incerto, visita spesso suo nonnoAMEDEO il quale non ha mai rinunciato ad abitare in via Carceri Vecchie, una stradina che collega via Roma con la chiesa di Sant’Antonio Abate. Nella sua casa a pianterreno, AMEDEO conduce una vita autonoma da arzillo pensionato.La sera segue sempre lo stesso rituale: dopo aver consumato una cena frugale, fuma un mezzo sigaro e aspetta i suoi amici, anch’essi pensionati, per una partita a “tressette”. Quando gli faceva visita suo nipote, gli rivolgeva sempre la stessa domanda: “Allora MARCO, cosa hai deciso di fare? La risposta giungeva puntuale e sempre uguale:“Non so, non ho ancora deciso, intanto me ne sto a casa con  i miei genitori che mi vogliono bene e mi diverto con gli amici tra San Severo e dintorni. Non so se partire o rimanere, non so se continuare a studiare o aiutare mio padre nella sua azienda vitivinicola. Insomma, sono indeciso a tutto”, concludeva sempre il giovane. Una sera, gli amici pensionati, stanchi di ascoltare sempre questo dialogo, si rivolsero ad AMEDEO e gli dissero: “Ma quando gli dirai il fatto della tigre?- “Di quale tigre parlate?-chiese incuriosito e divertito il giovane MARCO- “volete scherzare”?<< No, no, non vogliono scherzare- disse AMEDEO- loro si riferiscono ad un vecchio proverbio giapponese al tempo dei Samurai.- E sarebbe?- Sarebbe questo: <<Koketsu ni hairazunbakoji o ezu (SE NON ENTRI NELLA TANA DELLA TIGRE NON   NE OTTERRAI I CUCCIOLI). Insomma devi prendere una decisione, rischiare, devi fare delle scelte, devi assumerti le tue responsabilità, devi lasciare il porto e uscire in mare aperto, devi andare nella “tana della tigre”>>. Quella sera MARCO s’incamminò pensieroso per raggiungere i suoi amici della notte che loaspettavano nei pressi della Loggia dei Mercanti. Durante il tragitto, nei pressi di Larghetto Federico II, gli parve di intravvedere il profilo di una tigre. Era la suggestione di un proverbio che cominciava a perseguitarlo e a fargli prendere coscienza che l’adolescenza era finita. Per sempre.

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